DELLE SPECIALIZZAZIONI FORENSI

20 dicembre 2020 – Il decreto è stato pubblicato; adesso, naturalmente, comincerà la stagione dei ricorsi. Prima o poi passerà anche quella, ed allora si potrà discutere seriamente per fare in maniera che la nuova disciplina costituisca un’opportunità per tutti. Dico subito che non credo ad un mercato composto soltanto da specialisti, e neppure lo vorrei: la pandemia ci ha fatto rimpiangere i vecchi medici di famiglia, e ci ha fatto capire che l’ossatura portante di ogni professione è fatta da coloro che ne hanno una conoscenza complessiva. Vale pure per noi: anche se ormai sono pochi ad occuparsi contemporaneamente di branche eterogenee quanto lo possono essere il civile ed il penale, non penso sia possibile fare a meno completamente della capacità di visione di insieme. Per un civilista come me, uno degli strumenti di conservazione della garanzia patrimoniale più efficaci è la revocatoria penale prevista dall’art. 192 c.p: bisogna sapere che esiste. In questa prospettiva, è evidente che un rapporto virtuoso tra “generalisti” e “specialisti” dovrebbe essere simbiotico, e non concorrenziale: immagino, più che mega strutture dai costi enormi, delle reti agili di professionisti, composte da tipologie diverse e nelle quali su singole questioni si possano mettere insieme incarichi, competenze specialistiche e capacità di visione di insieme, per ricavarne vantaggi reciproci: lo specialista non è un avvocato migliore, è solo uno che ha scelto di concentrarsi su un segmento del mercato. Se sapremo farlo, la introduzione delle specializzazioni si tradurrà in un vantaggio per tutti, compresi i cittadini che potranno accedere a competenze specialistiche a prezzi abbordabili e senza dover rinunciare ai vantaggi del rapporto fiduciario con il proprio avvocato; se invece non ci riusciremo, sarà l’ennesimo fattore di divisione al nostro interno.

 

Antonio de Notaristefani

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