7 dicembre 2020 – Lo dico subito: non dispongo di informazioni privilegiate, e quindi mi affido a quello che apprendo dai mezzi di informazione. In una democrazia, dovrebbe essere sufficiente. Per questo, sono molto preoccupato di quel che accadrà nel Consiglio dei Ministri di oggi.
Sul Corriere della sera leggo: “solo una parte dei 209 miliardi, intorno ai 120 miliardi, sarà di risorse che andranno a finanziare nuovi progetti. Il resto sostituirà finanziamenti nazionali già previsti”.
È una scelta che ridurrà di molto le speranze di ripresa del nostro Paese.
Lo ha detto la Banca d’Italia, il cui Capo del Servizio Struttura Economica, nell’audizione presso le Commissioni Politiche dell’Unione europea e Bilancio del Senato, in data 1 ottobre (atto 572) ha dichiarato che”…l’impatto macroeconomico del programma dipenderà da diversi fattori. In particolare, sarà maggiore se gli interventi finanziati con il programma saranno aggiuntivi, invece che sostituitivi di misure già approvate…”: c’è bisogno di commenti?
Per il mondo della giustizia, mi sembra che le prospettive siano ancora peggiori.
La Raccomandazione del Consiglio dell’Unione europea, datata 8 giugno 2020, si concludeva indicando all’Italia quattro obiettivi. Tra questi, c’era: “migliorare l’efficienza del sistema giudiziario e il funzionamento della pubblica amministrazione”.
Torno al giornale: il piano che l’Italia pensa di presentare si compone di sei capitoli, tra i quali vi è la “Digitalizzazione e innovazione” che dovrebbe comprendere gli interventi necessari a migliorare il funzionamento della pubblica amministrazione.
Della giustizia, e della sua efficienza, non si parla più.
Spero che nessuno si illuda che per coniugare equità ed efficienza della giustizia sia sufficiente estendere il processo telematico alla Cassazione ed al Giudice di pace: quello serve, ma ci vuole ben altro.
E di più ancora spero che nessuno sia tanto miope da credere che non ci vogliano investimenti, e che basti il progetto di riforma del processo civile che il Covid ha bloccato in Senato: sarebbe da irresponsabili.
Ma, soprattutto, spero di sbagliarmi io.
Mai come questa volta, spero di essere smentito dai fatti, e di veder finalmente arrivare alla giustizia risorse adeguate a permettere quel recupero di efficienza, senza sacrificio della equità, che tutti reputano indispensabile per una vera ripresa; se così sarà, e se una parte significativa di quei fondi europei (quale che sia la denominazione del relativo capitolo) saranno destinati ad incrementare gli investimenti nella giustizia, a nome delle Camere civili plaudirò pubblicamente: per me, un buon Ministro della Giustizia è quello che riesce a convogliare risorse negli Uffici giudiziari e migliorare la efficienza della organizzazione.
Antonio de Notaristefani