Giustizia: cresce domanda di quella ‘alternativa’, +72% Adr, in un anno piu’ 154% per mediazione civile (ANSA) – MILANO, 20 NOV – Sono state 243.281 le domande di ADR (Alternative Dispute Resolution) depositate nei Centri di risoluzione italiani nel 2012, in crescita del +72% rispetto al 2011. A fare la parte del leone la mediazione civile e commerciale, che ha registrato un numero di domande pari a 154.879, addirittura +154,7% rispetto all’anno precedente. Crescono anche le conciliazioni presso i Corecom, arrivate a quota 70.000 (+25,7% rispetto al 2011), mentre rimangono stabili le altre forme di giustizia alternativa, quali ad esempio la negoziazione paritetica, con ben 17.626 domande e l’arbitrato amministrato, con 735 domande. Sono solo alcuni dei dati emersi dall’indagine di Isdaci che, insieme a Unioncamere, Camera di Commercio di Milano e Camera Arbitrale di Milano, per il sesto anno consecutivo ha presentato a Milano nella sede della Camera di commercio, il Rapporto sulla diffusione della giustizia alternativa in Italia. (ANSA). RT/PA6 20-NOV-
Giustizia: cresce domanda di quella ‘alternativa’, +72% (2) (ANSA) – MILANO, 20 NOV – L’evento – spiegano i promotori – si situa in un momento storico di importanza cruciale per il futuro degli Adr nel nostro Paese, a due mesi di distanza dall’ entrata in vigore delle disposizioni del c.d. Decreto del Fare che reintroducono la mediazione quale condizione di procedibilita’ per una serie molto ampia di materie. “La capacita’ di tornare a crescere per l’Italia dipende anche dalla possibilita’ per le sue imprese di contare su una giustizia veloce ed efficiente – ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio di Milano, tra i relatori -. In un contesto economico globalizzato e competitivo il contenzioso deve essere gestito in modo sempre piu’ imprenditoriale”. Livia Pomodoro, presidente del Tribunale di Milano, ha spiegato che “il Decreto del Fare ci ha restituito una mediazione ulteriormente arricchita di contenuti e protagonisti. L’importanza di questo Istituto non e’ pero’ quella di essere strumento deflattivo delle attivita’ del Tribunale quanto quello di contribuire alla diffusione di una cultura della mediazione che riconosca la capacita’ dei cittadini di risolvere, in modo autonomo e con strumenti diversi, le proprie controversie con altri cittadini o imprese”. (ANSA). RT 2