Dopodomani a Montecitorio la mozione di sfiducia contro il ministro: il Pd è ancora profondamente diviso con Renzi, Civati e Cuperlo che incalzano Epifani, ma la Guardasigilli potrebbe decidere di farsi da parte prima della resa dei conti.
18 novembre 2013
Momentaneamente archiviata la scissione del Pdl, è il caso Cancellieri a tenere banco sulla scena politica. In attesa che la procura di Torino sciolga la riserva sulla possibilità di inoltrare a Roma gli atti con l’interrogatorio del ministro della Giustizia e valutare quindi l’ipotesi di falsa testimonianza, gli animi si scaldano in vista dell’appuntamento di dopodomani a Montecitorio quando verrà discussa la mozione di sfiducia presentata dal M5S nei confronti della Guardasigilli sospettata di essersi adoperata in maniera impropria a sostegno della famiglia Ligresti, finita in carcere in seguito allo scandalo Fonsai. Mozione che potrebbe però non arrivare mai al voto, se, come sostiene il Finacial Timescitando fonti di Palazzo Chigi, il ministro, cambiando la linea tenuta sino ad ora, decidesse di dimettersi già nelle prossime ore.
Matteo Renzi ribadisce che la Cancellieri deve lasciare, ma all’attacco è andato anche Pippo Civati, annunciando la presentazione di una mozione di sfiducia, in aggiunta a quella già presentata dai grillini. Il premier Enrico Letta e il presidente della Repubblica continuano a fare quadrato attorno al ministro della Giustizia. Anche stamattina fonti del governo hanno ribadito che la posizione non cambia ed è di fiducia nel ministro mentre sull’eventualità di nuovi accadimenti rispondono: “In tal caso si valuterà con attenzione”. A scaricare la Guardasigilli è stato oggi invece Mario Monti. Intervenuto a La7, l’ex presidente del Consiglio ha affermato che “alcune telefonate del ministro sono state inopportune”. Compatto sul no alle dimissioni è invece il centrodestra.
Domani è in calendario la riunione del gruppo Pd alla Camera, con i candidati alla segreteria che incalzano il leader Guglielmo Epifani a prendere una posizione chiara sulla vicenda, mentre i ministri democratici frenano e difendono la collega finita nella bufera. La partita sulla permamenza del ministro nell’esecutivo si intreccia infatti con quella congressuale, spingendo anche Massimo D’Alema a prendere le difese della Guardasigilli. Mercoledì alle 10.30 è previsto invece il voto dell’Aula di montecitorio sulla mozione di sfiducia presentata dal Movimento 5 Stelle a cui, come detto, potrebbe aggiungersene un’altra di alcuni esponenti democratici.