IL DIRITTO DI DIFENDERSI E IL RUOLO DELL’AVVOCATO

Tra le novità che ci aspettano, mi ha colpito l’emendamento in tema di responsabilità aggravata, che modifica una previsione già contenuta nel progetto precedente. Chi agisce in giudizio, o vi resiste, con dolo o colpa grave, rischia di brutto: diverse decine di migliaia di euro, se la causa non è proprio bagattellare. Sanzionare, pure in assenza di danno, chi agisce in giudizio solo perché si ritiene che la sua domanda è palesemente infondata è già discutibile, perché esiste l’art. 24 della Costituzione, e perché inevitabilmente porterà a paralizzare l’adeguamento dell’ordinamento giuridico alle mutate esigenze della società: cos’altro è, l’interpretazione costituzionalmente orientata, se non una sintesi di etica, politica e diritto, come tale assolutamente opinabile? Ma confesso di restare sconcertato nel leggere che si vuole punire pure chi resiste con colpa grave. Può esserci colpa grave, nel difendersi in giudizio? E cosa dovrebbe fare, l’avvocato di un convenuto che sia davvero inadempiente? Confessare le colpe del suo assistito ed invocare clemenza, per non rischiare di incappare in responsabilità professionale per avere cercato di difendere quel che non poteva e doveva essere difeso? Nel riflettere sulla novità, avevo avvertito una sensazione di deja’vu che finalmente ho messo a fuoco: il mio esame di diritto privato comparato, preparato sul bel libro di Rene’David, I grandi sistemi giuridici contemporanei. Lì si illustra che, in un paese e in un’epoca diversa dalla nostra, “l’avvocato è in primo luogo un ausiliario della giustizia e un servitore della legalità…” e quindi “se è convinto della colpevolezza del suo cliente non deve celarla al tribunale..suo compito è far valere quello che può essere invocato per attenuare la responsabilità del suo cliente, ma non deve mai perdere di vista l’interesse della società..”. Ecco, mi sembra che sia più o meno questo, quello che ci si sta preparando: in nome della efficienza del mercato, che pare essere diventata il vero scopo della giustizia civile, dovremmo smettere di difendere la gente, e collaborare con il giudice all’accertamento della Verità. Sarà. Sono curioso di vedere la faccia del primo a cui sarò costretto a dire: “guardi, se vuole evitare di pagare anche una multa salata, le conviene ammettere di avere torto, e cercare qualcosa che attenui la sua colpa”. Forse scaleremo qualche gradino nella classifica dell’enforcement dei contratti, ma non sono certo che ne guadagneremo in civiltà. Non me ne vorranno, spero, coloro che incarnano il mitico Legislatore: io sono nato avvocato, non ausiliario della giustizia, e per me sostenere le ragioni del mio cliente, quand’anche dovessero essere ritenute infondate da un altro essere umano, significa esercitare il diritto di difesa, non intralciare il progresso della società.
Antonio de Notaristefani
Ps: Dimenticavo: quel paese lontano nello spazio e nel tempo era l’URSS

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